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Regionali Toscana 2025, Renzi: “Meno tweet e più voti”. Calenda: “Siamo in Parlamento non con programma di Taverna”

Regionali Toscana 2025 al voto 12 e 13 ottobre, Matteo Renzi, leader di Italia Viva, interviene via newsletter e Carlo Calenda, leader Azione, risponde con un tweet.

Un botta e risposta dopo lo strappo di Carlo Calenda all’indomani del patto di coalizione in 23 punti sottoscritto da Pd, con Emiliano Fossi, e M5S, con Paola Taverna e Irene Galletti, con il presidente della Regione Toscana uscente Eugenio Giani.

Giani candidato presidente centrosinistra per Giani bis, dopo voto online M5S e acclamazione Pd.

Renzi, nei giorni scorsi alla Festa de l’Unità a Reggello con Eugenio Giani, con enews: “Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso.
Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida.
È chiaro adesso perché insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”.

La replica di Calenda via X con un tweet: “Il terzo polo ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. Caro Matteo Renzi siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma non quello della Taverna. Ad Azione tanto basta”.

Enrico Borghi e Davide Faraone, vicepresidenti di Italia Viva: “Caro Carlo, da parte nostra nessuna polemica verso Azione. Noi pensiamo che si debba costruire una casa comune del centrosinistra e che se stiamo tutti insieme i riformisti saranno più forti. Dall’altra parte c’è la destra sovranista che mette i dazi e blocca Industria 4.0. Nessuno di noi ha fatto polemica con le scelte di Azione o con le tue. Invitiamo i nostri amici nella nostra casa della Leopolda per lanciare proposte riformiste e idee per il futuro dell’Italia. Se siamo uniti le nostre idee saranno più forti. Se continuerai a dividere come con il Terzo Polo, sarà l’ennesima occasione persa“.

 

Matteo Renzi, senatore, ex premier, con newsletter: “Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo.

Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi “annacquare”, amici cari, è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto.
Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere. Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle Politiche”.

Poi Renzi: “In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili perché quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia…
Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso.
Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida.
È chiaro adesso perché insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”.

CINZIA GORLA

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