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Influenza o Covid? Come distinguere i virus e perché il tampone va deciso col medico

Naso che cola, tosse, brividi. Con l’arrivo del freddo torna il rito sgradito dei malanni stagionali. Ma attenzione a etichettare tutto come “influenza”. La realtà monitorata dagli esperti è più complessa. L’inverno e la vita in ambienti chiusi spalancano le porte a una moltitudine di nemici invisibili: non solo il virus influenzale, ma anche il Sars-CoV-2, il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) e i comuni rhinovirus.

A tenere il conto ci pensa RespiVirNet, il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. Quando sentiamo parlare di “milioni di italiani a letto”, il dato si riferisce alle infezioni respiratorie acute nel loro complesso (ARI). Non sono tutti casi di influenza. Grazie ai “medici sentinella” e ai laboratori, si scopre che su 100 malati, le percentuali dei vari virus cambiano costantemente.

I virus viaggiano sulle goccioline di saliva. Basta uno starnuto, un colpo di tosse o semplicemente parlare vicino a qualcuno in una stanza poco areata. Il contagio avviene anche per contatto diretto, portando le mani sporche su occhi, naso o bocca. Per questo, oltre ad areare spesso i locali, lavarsi le mani resta un gesto salvavita.

La strategia regina rimane la vaccinazione. È l’unico scudo capace di evitare le forme gravi e le ospedalizzazioni, specialmente per anziani e fragili. Dato che i virus mutano, il richiamo annuale è fondamentale. Oltre al vaccino, valgono le regole del buon senso: igiene respiratoria (tossire nel gomito) e restare a casa ai primi sintomi per non infettare colleghi e parenti.

Quando arriverà il peggio? Impossibile dare una data certa, ma storicamente il picco si tocca tra fine dicembre e febbraio. Si stima che ogni anno vengano colpite tra le 12 e le 16 milioni di persone. Attenzione però alle cure fai-da-te. I medici sono categorici: mai usare antibiotici per curare influenza o Covid. Gli antibiotici uccidono i batteri, non i virus. Usarli a sproposito è inutile e crea resistenze pericolose per il futuro. E il tampone? Finiti gli obblighi pandemici, resta uno strumento utile, ma va fatto solo dopo aver consultato il proprio medico.

REDAZIONE

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