(Adnkronos) – In Toscana, ogni anno, 400 casi di carcinoma mammario metastatico potrebbero essere candidabili alla biopsia liquida e, attraverso l’esame di un semplice campione di sangue, avere accesso a terapie oncologiche personalizzare testando l’eventuale efficacia di alcuni farmaci innovativi. E’ fondamentale però individuare i laboratori di riferimento regionale per l’esecuzione del test: una parte presso centri universitari e un’altra presso le aziende sanitarie territoriali. Con questo nuovo modello organizzativo si potrà rispondere alle esigenze delle pazienti, rendendo loro disponibili nuove opportunità terapeutiche. E’ quanto si legge in un documento redatto da un panel di rappresentanti di clinici, farmacisti, esperti di laboratorio e dei pazienti che hanno partecipato al Tavolo multidisciplinare toscano del progetto ‘Biopsia liquida nel carcinoma della mammella metastatico Er+/Her2-‘. L’iniziativa – informa una nota – intende proporre delle raccomandazioni per favorire un’applicazione, nei vari sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per la personalizzazione delle cure anticancro. “La grande novità degli ultimi anni è la personalizzazione delle cure e dei trattamenti oncologici – sottolinea Gianni Amunni, coordinatore scientifico dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze – L’oncologia toscana è già molto strutturata e costituisce un’eccellenza nell’ambito del tumore della mammella. Sono disponibili da anni infrastrutture ben organizzate a supporto del percorso di presa in carico e cura delle pazienti. Fondamentale deve sempre essere la gestione multidisciplinare del singolo caso di carcinoma del seno. Questo approccio favorisce l’appropriatezza terapeutica e la definizione di percorsi di cura sempre più personalizzati. E’ in questo processo che rientra la biopsia liquida, una metodica diagnostica di crescente rilevanza nell’ambito della lotta al cancro”. Nel tumore del seno metastatico Er+/Her2-, “il test verifica la presenza di mutazioni Esr1 – illustra Amunni – Una volta identificate, è possibile utilizzare il nuovo farmaco elacestrant. E’ un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni, costituito da compresse somministrate per via orale, in grado di migliorare la sopravvivenza libera da progressione e posticipare il ricorso ad altri trattamenti più invasivi, come la chemioterapia”. In Toscana, “a nostro avviso, il numero di pazienti che potranno trarre benefici da questa nuova opportunità terapeutica sarà in costante incremento – sottolinea Agostino Ognibene, direttore Uoc Analisi chimico cliniche Ausl Toscana Sud Est – Per questo è necessario un nuovo sforzo organizzativo, da parte della Regione, per assicurare sempre un accesso all’esame della biopsia liquida. Solo strutture sanitarie adeguate e con la giusta expertise devono eseguire gli esami d’ultima generazione, come la biopsia liquida. Vanno perciò ora individuati i laboratori del territorio che siano in grado di garantire standard qualitativi elevati”. “Oltre a lavorare agli aspetti organizzativi, che sono fondamentali, è altrettanto importante che i centri oncologici curino la comunicazione con le pazienti – conclude Loredana Pau, vice presidente e coordinatrice rete associativa Europa donna Italia – Alle donne che vivono con un tumore al seno metastatico va offerto un livello di informazione adeguato sulle innovazioni terapeutiche disponibili grazie alla ricerca, anche per alleggerire il peso di una diagnosi che ha impatto importante sulla qualità della vita”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Tumori al seno, esperti: “In Toscana biopsia liquida utile per 400 pazienti l’anno”
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