(Adnkronos) – “Le nuove tecnologie più impiegate in anestesia e terapia intensiva sono sicuramente l’intelligenza artificiale, la telemedicina con la possibilità di avere teleconsulti o visite o colloqui a distanza e, soprattutto, queste nuove tecnologie wearable devices, le tecnologie indossabili tipo gli ‘orologini’ che mettiamo al polso per migliorare e facilitare i percorsi in ospedale col territorio, ma anche per migliorare tutta la salute e quindi dare un servizio non solo ai nostri pazienti ma anche ai cittadini. Queste nuove tecnologie, in tutto il periodo perioperatorio e in particolare nel postoperatorio, ci aiutano a seguire il paziente su aspetti fondamentali”. Così Elena Bignami, presidente Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), all’Adnkronos Salute illustra i temi del Camp 9 – Congresso di anestesia e medicina perioperatoria, promosso dalla Siaarti, che si è aperto oggi a Firenze sul tema ‘Verso il futuro dell’anestesia’. “Gli argomenti di queste due giornate sono molto interessanti – afferma la professoressa – Sono gli argomenti che forniranno gli strumenti per il futuro dell’anestesia e rianimazione. Sono strumenti tecnici innovativi che aiuteranno a recuperare il tempo prezioso da passare con i nostri pazienti”. Le nuove tecnologie, in particolare le wearable devices, nel perioperatorio aiutano l’anestesista “nell’intercettare eventuali complicanze – chiarisce la presidente – Un aspetto molto interessante è per esempio seguire il dolore postoperatorio che da acuto non deve diventare persistente e poi cronicizzarsi”. Ma le tecnologie indossandoli sono “anche uno strumento importante per unire l’ospedale con il territorio – sottolinea Bignami – quindi seguire i cittadini nel tempo e non nei classici primi giorni dopo l’intervento, ma anche nel loro rientro a casa e, soprattutto, nel ritorno alle loro attività quotidiane come il lavoro”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Bignami (Siaarti): “In anestesia molto usate Ai e tecnologie indossabili”
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