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Scoperte le cinque “età” del cervello umano: l’adolescenza dura fino a 32 anni

Se vi siete mai chiesti perché la vita sembra suddivisa in fasi ora abbiamo una risposta strutturale che arriva direttamente dal nostro cranio. Neuroscienziati dell’Università di Cambridge hanno infatti mappato il “cablaggio neurale” umano identificando cinque grandi epoche della struttura cerebrale che si verificano nel corso di una vita media: l’esplosione di apprendimento dell’infanzia, l’efficienza giovanile, la stabilità matura e i successivi cambiamenti.

La ricerca, condotta dall’Unità per la Cognizione e le Scienze Cerebrali (Mrc) di Cambridge e pubblicata su Nature Communications, ha rivelato che il viaggio strutturale del nostro cervello non è una progressione costante, ma è scandito da quattro cruciali “punti di svolta” che ne ridefiniscono l’architettura.

La mappa del cervello

Per tracciare questa mappa, gli scienziati hanno confrontato i cervelli di 3.802 persone di età compresa tra zero e novant’anni. Con risonanze magnetiche a diffusione, una tecnica che traccia il movimento delle molecole d’acqua per mappare le connessioni neurali (il cablaggio, appunto) all’interno del tessuto cerebrale.

“Molti di noi, ripensando, sentono che le nostre vite sono state caratterizzate da fasi diverse – ha commentato l’autore senior della ricerca, il professor Duncan Astle -. Si scopre che anche i cervelli attraversano queste epoche”.

Ecco come gli scienziati hanno suddiviso la vita neurale media, definendo le cinque età.

L’infanzia (Nascita – 9 anni)

Questa fase è definita dal “consolidamento della rete”. Il cervello di un neonato è come un laboratorio pieno di connessioni (sinapsi) in eccesso: durante l’infanzia, le sinapsi più attive sopravvivono e quelle meno usate vengono eliminate (un processo chiamato whittling down). In questo periodo, la materia grigia e bianca crescono rapidamente, portando al picco di spessore corticale.

Il primo punto di svolta arriva intorno ai 9 anni. In questo momento, il cervello sperimenta un cambiamento radicale nella capacità cognitiva. Purtroppo, a questa età si riscontra anche un maggiore rischio di disturbi della salute mentale.

L’adolescenza (9 – 32 anni)

Questa è l’epoca più lunga a livello strutturale, protraendosi per oltre tre decenni. Nonostante il nome, copre gran parte della prima età adulta. La parola d’ordine qui è efficienza neurale. La materia bianca continua a crescere, affinando l’organizzazione delle reti di comunicazione. Il cervello, in questa fase, è “ben connesso da percorsi brevi” e la sua efficienza aumenta costantemente, il che si collega a migliori prestazioni cognitive. “L’efficienza neurale – ha spiegato la Dott.ssa Alexa Mousley, che ha guidato la ricerca -, come si può immaginare, è ben connessa da percorsi brevi, e l’era adolescenziale è l’unica in cui questa efficienza è in aumento”.

Il secondo punto di svolta, il più significativo di tutti, si verifica intorno ai 32 anni. Secondo gli scienziati, è il “punto di svolta topologico più forte” dell’intera durata della vita, segnando la fine dei cambiamenti strutturali di tipo adolescenziale.

L’età adulta (32 – 66 anni)

Dopo la grande svolta dei 32 anni, si entra nell’era adulta, la più lunga in termini di stabilità. L’architettura cerebrale si stabilizza rispetto alle fasi precedenti e non si verificano grandi punti di svolta per circa trent’anni. Questa stabilità strutturale corrisponde, secondo altri studi, a un “plateau nell’intelligenza e nella personalità”. Inizia però ad essere più evidente il fenomeno della “segregazione”: le regioni cerebrali cominciano lentamente a compartimentalizzarsi.

Il primo invecchiamento (66 – 83 anni)

Il terzo punto di svolta si manifesta intorno ai 66 anni, ed è molto più lieve, non definito da grandi cambiamenti strutturali improvvisi. I dati suggeriscono una graduale riorganizzazione delle reti cerebrali che culmina a metà dei sessant’anni. Questa fase è caratterizzata da una connettività ulteriormente ridotta, poiché la materia bianca inizia a degenerare. Non a caso, è un’età in cui le persone affrontano un aumento del rischio di condizioni di salute, come l’ipertensione, che possono influenzare il cervello.

Il tardo invecchiamento (83 anni in poi)

Superati gli 83 anni, si entra nell’ultima epoca della struttura cerebrale. La caratteristica distintiva qui è lo spostamento della connettività da globale a locale. La connettività dell’intero cervello diminuisce ulteriormente, portando a una maggiore “dipendenza da determinate regioni”.

Perché è importante conoscere le nostre età cerebrali?

Identificare queste epoche fornisce un contesto fondamentale per capire per cosa il nostro cervello potrebbe essere più portato, o più vulnerabile, nelle diverse fasi della vita. “Questa ricerca potrebbe aiutarci a capire perché alcuni cervelli si sviluppano in modo diverso in momenti chiave della vita, che si tratti di difficoltà di apprendimento nell’infanzia, o di demenza negli anni successivi”, ha concluso la dottoressa Alexa Mousley.

Comprendere che il percorso strutturale del cervello è segnato da pochi importanti punti di svolta e non da un progresso costante è cruciale. Come ha riassunto la dottoressa Mousley: “Questo studio è il primo a identificare le principali fasi del cablaggio cerebrale in tutta la durata della vita umana”.

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content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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