fbpx
9.6 C
Comune di Arezzo
mercoledì 19 Novembre 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Irlanda, 300mila case contro la crisi abitativa: come funziona il piano Housing for All

L’Irlanda vuole affrontare una delle crisi abitative più gravi d’Europa con una strategia ambiziosa, che punta a costruire 300mila nuove case entro il 2030, di cui oltre 72mila destinate a edilizia sociale per le fasce più vulnerabili della popolazione. Il piano “Housing for All” punta a finanziare la ripresa abitativa anche attraverso le entrate fiscali delle multinazionali tecnologiche presenti nel Paese e intercetta il tema centrale della campagna elettorale di Catherine Connolly, diventata presidente dell’Irlanda meno di un mese fa.

L’emergenza abitativa irlandese 

Sull’isola più di 15mila persone non hanno una casa, mentre i prezzi degli affitti sono aumentati di oltre l’80% negli ultimi dodici anni. Nella capitale Dublino il costo medio delle locazioni è cresciuto del 28% rispetto al periodo pre-Covid, mentre a Cork gli aumenti hanno raggiunto il 10% solo nell’ultimo anno. La crisi abitativa è una realtà consolidata in tutta Europa, tanto che l’Europarlamento ha messo nero su bianco la portata dell’emergenza.

Secondo le stime del comitato speciale Hous, l’Ue ha bisogno di 270 miliardi di euro all’anno per colmare il gap tra domanda e offerta di alloggi accessibili. La bozza di piano presentata dal comitato a ottobre non convince tutti, neppure tra i progressisti. Secondo Maria Ohisalo, eurodeputata dei Verdi finlandesi che pure ha apprezzato il riconoscimento dell’emergenza abitativa, “costruire più case non risolverà da solo la crisi”.

Mentre ammettono l’housing crisis ma non hanno ancora soluzioni concrete, le istituzioni comunitarie guardano all’Irlanda, dove la carenza strutturale oscilla tra le 150mila e le 200mila unità abitative.

Anche a causa degli affitti brevi, il mercato degli affitti privati insulare offre segnali allarmanti: a febbraio 2025 Dublino contava solo 1.200 case in affitto, un terzo rispetto alla media del periodo 2015-2019. Nel resto del Paese la situazione è persino peggiore, con meno di 1.100 abitazioni disponibili, quasi il 60% in meno rispetto alla media registrata tra il 2010 e il 2019. Per i Millenial la situazione è diventata insostenibile: molti sono costretti a tornare a vivere con i genitori o a emigrare, alimentando una nuova ondata migratoria.​ Una situazione che anche l’Italia conosce da vicino.

Il piano Housing for All 

Negli scorsi giorni, il governo irlandese ha risposto a questa emergenza il target del piano “Housing for All”, lanciato nel 2021, a 303mila nuove unità abitative da costruire nei prossimi cinque anni. La strategia prevede di costruire oltre 10mila nuove case popolari all’anno, la cifra più alta nella storia del Paese.​

Il piano si articola su quattro pilastri strategici:

  • sostegno alla proprietà abitativa e prezzi immobiliari più accessibili;
  • contrasto al fenomeno dei senzatetto e incremento dell’edilizia sociale;
  • aumento dell’offerta complessiva di nuove abitazioni;
  • utilizzo efficiente del patrimonio esistente e riduzione degli immobili sfitti.

La spesa complessiva ammonta a 40 miliardi di euro, alimentata anche dalle entrate fiscali derivanti dalle multinazionali tecnologiche che hanno sede fiscale in Irlanda.​

Le multinazionali e il finanziamento del piano

Nel corso della sua storia, l’Irlanda ha attratto oltre 800 multinazionali americane, tra cui Google (presente dal 2003), Apple (dal 1980), Meta e Microsoft, grazie a un regime fiscale particolarmente favorevole. Dal 2024, in seguito all’accordo globale Ocse sulla Global Minimum Tax del 2021, l’aliquota minima per le grandi multinazionali che superano i 750 milioni di euro di ricavi è stata portata al 15% (in Irlanda era del 12,5%).

Per quanto riguarda il gettito fiscale, nel 2022 il totale delle entrate fiscali irlandesi è stato di circa 83,1 miliardi di euro. Le grandi multinazionali, in particolare ma non solo tecnologiche, contribuiscono a circa un quarto del gettito fiscale complessivo dello Stato irlandese, con molte tra le più note come Microsoft, Apple e Pfizer che coprono quasi il 40% delle entrate pubbliche a Dublino solo con le imposte sulle società.

Parte di queste risorse verrà ora destinata al piano abitativo.

Ostacoli e criticità del piano

 Nonostante gli obiettivi ambiziosi, il piano Housing for All deve affrontare delle importanti difficoltà. Nel 2024 sono state completate poco più di 30mila nuove case, contro le 40mila promesse. L’Economic and Social Research Institute stima che nel 2025 verranno consegnate solo 33mila abitazioni e 37mila nel 2026, molto al di sotto delle 52mila unità annue ritenute necessarie dalla Banca centrale. Le difficoltà derivano dalla carenza di manodopera qualificata nel settore edilizio, dal costo crescente dei materiali e dai lunghi iter delle approvazioni urbanistiche.​

Per soddisfare la domanda futura servirebbero circa 60mila nuove case all’anno entro il 2030 e un incremento di almeno 50mila lavoratori nel settore delle costruzioni.

La sfida principale resta quella di trasformare gli obiettivi sulla carta in abitazioni concrete, attraverso riforme strutturali del sistema urbanistico e investimenti mirati.​ In questo contesto, il Dipartimento delle Finanze irlandese prevede che la crisi abitativa potrebbe protrarsi per almeno altri quindici anni.

Catherine Connolly e la svolta politica

 L’elezione di Catherine Connolly, la presidente d’Irlanda partita dal basso, è anche frutto della crisi abitativa e della priorità data all’housing crisis nella sua campagna elettorale. La candidata indipendente di sinistra ha ottenuto oltre il 63% dei voti, anche intercettando il malcontento diffuso per prezzi inaccessibili, precarietà abitativa e livelli record di senzatetto.​

Durante la campagna, Connolly ha collegato la questione abitativa a un modello economico che privilegia grandi interessi finanziari e immobiliari a scapito delle famiglie. Il suo trascorso personale (è cresciuta in un quartiere popolare di Galway in una famiglia di 14 figli che hanno perso la madre prematuramente) e la sua esperienza nella politica locale, prima come consigliera comunale e poi come sindaca di Galway, le hanno permesso di dare voce alle fasce più deboli della popolazione.

Come dimostra anche il trionfo elettorale di Zohran Mamdani, che sarebbe diventato sindaco di New York dieci giorni dopo l’elezione di Catherine Connolly, il diritto all’abitare è diventato una questione capace di ribaltare gli equilibri politici tradizionali.

Confronto con l’Italia 

La crisi irlandese offre spunti di riflessione anche per l’Italia.

Secondo l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, costruire 50mila abitazioni a prezzi calmierati richiederebbe 12,5 miliardi di euro, una cifra paragonabile al costo stimato per il Ponte sullo Stretto. Gaetano Manfredi, presidente dell’Anci, ha sottolineato come il piano casa non sia “una spesa, ma un investimento”, richiamando l’urgenza di fondi pluriennali stabili per riqualificare oltre 190mila immobili di edilizia pubblica sfitti per carenze manutentive.

Mondo

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Comune di Arezzo
poche nuvole
9.6 ° C
9.6 °
9.6 °
69 %
1.2kmh
20 %
Mer
10 °
Gio
14 °
Ven
9 °
Sab
5 °
Dom
7 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS