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Global Health Social Impact Award: 50mila dollari per la salute materna e riproduttiva

La crisi demografica non si combatte solo nelle cliniche o attraverso le politiche fiscali, ma anche sostenendo il tessuto sociale che si occupa di educazione e accesso alle cure. È in questo contesto che Ivi Rma Global, leader mondiale nella medicina riproduttiva, ha annunciato il lancio del “Global Health Social Impact Award”, un riconoscimento internazionale che mette sul piatto 50mila dollari (circa 47mila euro) per finanziare progetti non profit dedicati alla salute materna e riproduttiva.​

L’iniziativa è particolarmente interessante per quei Paesi, come l’Italia, dove il calo delle nascite continua a segnare record negativi e la consapevolezza sulla fertilità rimane spesso lacunosa. Il premio, finanziato dalla Ivi Foundation, non si rivolge alla ricerca di base in laboratorio, ma punta a valorizzare quelle realtà che lavorano “sul campo” per migliorare l’accesso alle cure, l’informazione e il supporto alle famiglie.​

I criteri del bando: chi può partecipare 

Il bando è aperto a organizzazioni non profit operative in cinque Paesi: Italia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e Svezia. Per accedere alla selezione, le realtà candidate devono dimostrare una solidità operativa, con almeno due anni di esperienza comprovata o risultati documentati nel caso di associazioni più giovani.​ Le candidature rimarranno aperte fino al 31 dicembre 2025 attraverso il portale ufficiale dell’iniziativa.

La valutazione dei progetti sarà affidata a una commissione multidisciplinare che analizzerà le proposte basandosi su quattro pilastri fondamentali: impatto sociale, solidità strutturale, sostenibilità nel tempo e potenziale di crescita.​

Il vincitore verrà annunciato nel primo trimestre del 2026, al termine di un processo di selezione che coinvolgerà anche i dipendenti del gruppo attraverso una votazione interna, segnale di come i temi Esg, soprattutto in termini di governance, stiano diventando parte integrante della cultura aziendale anche nel settore sanitario.​

Quali sono i criteri specifici per la valutazione dei progetti?

Il processo di selezione entra nel merito dell’efficacia delle iniziative proposte. Una commissione di esperti valuterà ogni progetto assegnando un punteggio da 1 a 5 su indicatori precisi:

  • Impatto sulla salute: la capacità di migliorare concretamente gli esiti sanitari in ambito riproduttivo e materno;
  • Scalabilità e replicabilità: il potenziale del progetto di essere esteso o adattato in altri contesti geografici o sociali;
  • Equità sociale: l’attenzione verso le fasce di popolazione più vulnerabili o marginalizzate;
  • Innovazione e sostenibilità: l’originalità dell’approccio e la sua capacità di mantenersi economicamente nel lungo periodo;
  • Monitoraggio: la presenza di un piano chiaro per misurare i risultati raggiunti.

Oltre la clinica: la strategia dell’impatto sociale

La mossa di Ivi Rma segnala un cambio di passo nel settore della procreazione medicalmente assistita (Pma). Non si tratta più solo di fornire trattamenti medici, ma di creare un ecosistema favorevole alla genitorialità, necessità più volte sottolineata dagli esperti. “L’obiettivo è sostenere un’organizzazione che abbia già dimostrato un impatto concreto e che possa crescere ulteriormente grazie al nostro supporto”, ha spiegato Vicky Vila Vives, Global Esg and Sustainability Manager del gruppo.​

Le barriere all’accesso alle cure riproduttive non sono infatti solo economiche, ma spesso culturali e informative. In molti contesti, la mancanza di una corretta informazione sul declino naturale della fertilità legato all’età o sui rischi connessi alla maternità tardiva impedisce alle donne di prendere decisioni consapevoli nei tempi biologici utili.

Un segnale per l’Italia

L’inclusione dell’Italia tra i Paesi beneficiari non è casuale, ma si basa sulla profonda crisi demografica che il nostro Paese vive da oltre un decennio, dove il supporto al “welfare riproduttivo” è spesso frammentato. Javier Sánchez-Prieto, Ceo globale di Ivi Rma, ha sottolineato come la missione del gruppo debba estendersi “oltre la cura clinica”, contribuendo alla crescita di iniziative che migliorano realmente la qualità della vita nelle comunità.​

L’assegnazione da 50mila dollari rappresenta un’opportunità significativa per il terzo settore italiano attivo in ambito sanitario, che spesso dipende dalla ricerca di fondi privati per sopperire alla carenza di risorse pubbliche strutturali destinate alla prevenzione e all’educazione sulla fertilità.

 

Fertilità

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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