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Denatalità, la proposta di Mastrapasqua: “Pensioni più alte di 1000 euro a chi fa più figli”

La crisi demografica non si può più curare con le “aspirine dei bonus”. A evidenziarlo è Antonio Mastrapasqua, ex presidente dell’Inps (Istituto nazionale previdenza sociale), il quale ha lanciato un allarme sulla denatalità nel nostro Paese e sulle conseguenze che avrà sul futuro welfare italiano: “Meno nati, meno lavoratori, meno Pil, meno contributi previdenziali, ma anche meno fiscalità generale da tradurre in servizi per la comunità”.

La soluzione? Una proposta audace: premiare con una pensione molto più alta i genitori che fanno più di due figli: “Una scommessa sul futuro, tra generazioni – la descrive Mastrapasqua, in un editoriale su il Giornale – con il ruolo della garanzia dello Stato”.

La proposta sulle pensioni

La proposta di Mastrapasqua nasce da un dato di fatto: il problema strutturale dell’attuale sistema pensionistico. Il sistema a ripartizione, ha spiegato l’ex presidente Inps, “è un’ottima forma di patto generazionale, a condizione che ci siano nuove generazioni. Con il sistema a ripartizione la mia pensione sarà pagata dai contributi di mio figlio, così come io ho pagato quella di mio padre – scrive Mastrapasqua -. Il calcolo della prestazione è ormai contributivo (più ho versato, più avrò) ma il metodo è a ripartizione e presuppone una continuità di versamenti senza i quali i pagamenti (quelli in essere, non quelli futuri) potrebbero non poter più essere erogati”.

Un problema che vede nella crisi demografica la sua profonda radice. Il tasso di fecondità nazionale, infatti, ha raggiunto il minimo storico nel Bel Paese: 1,13 figli per donna. E a meno figli corrispondono meno lavoratori nel prossimo futuro; quindi: “meno salari e meno contributi previdenziali. Alla fine, meno pensioni”, chiosa Mastrapasqua.

Il patto tra generazioni e Stato

Premiare con una pensione più alta i genitori che fanno più di due figli potrebbe essere la soluzione. Collegare, cioè, la prestazione previdenziale alla fecondità delle donne era un’intuizione “già presente nella riforma Dini del 1995”, spiega Mastrapasqua.

La Riforma Dini del 1995 prevedeva uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 1 anno e 4 mesi, per anticipare la pensione di vecchiaia con il sistema contributivo. Il beneficio si applicava alle lavoratrici che maturavano i requisiti con il calcolo contributivo, indipendentemente da quando avevano iniziato a lavorare, e permetteva di ridurre l’età pensionabile. “Ma l’idea – ha aggiunto Mastrapasqua – è rimasta nelle pieghe di una serie di novità che sono state ben più percepite e praticate per iniziare una prima grande riforma delle pensioni in Italia”.

La situazione, però, rispetto al 1995 è ben più differente. In quell’anno nacquero 526.064 bambini, mentre lo scorso anno, il 2024, le nascite sono state 369.944 (-2,6% rispetto al 2023): un calo del 42,2% rispetto al 1995. “E il 2025 sarà peggio”, avverte Mastrapasqua. Quindi se già trent’anni fa il collegamento tra numero di figli e pensione era stato immaginato, “a maggior ragione oggi si potrebbe avere l’ardire di architettare una modalità per collegare il coraggio di fare figli a una convenienza personale (una prestazione previdenziale molto più premiata, visto che è differita nel tempo), e una convenienza sociale: è un dato di fatto che la denatalità renderà tutti più poveri”.

“Uno sguardo al futuro”

Si tratta di avere il coraggio di progettare una proposta “disruptive” che coniughi esplicitamente l’”investimento” di fare figli con un premio a lunga scadenza che si traduca in una grande convenienza; non un ritocco al coefficiente di trasformazione, ma un radicale intervento, che porti a un incremento di almeno il 50% della prestazione raggiunta a scadenza (di vecchiaia o anzianità).

In sintesi: una pensione più ricca di quasi 1000 euro al mese, che diventi una motivazione economica, nel proprio orizzonte di vita e che “potrebbe suggerire e confortare un mutamento di cultura e di abitudini”. E, rendendo attuale e contemporanea la riforma Dini, la proposta di Mastrapasqua è quella di estendere il beneficio anche ai padri, tenendo conto dell’evoluzione della genitorialità.

Welfare

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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