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Morto a 88 anni Papa Francesco: ieri era in piazza San Pietro per Pasqua

 

ROMA – È morto questa mattina (21 aprile), Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco. Aveva 88 anni. A diffondere la notizia è stata la Santa Sede. 

A dare l’annuncio ufficiale è stato il cardinale Kevin Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle, – ha detto – con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle  7,35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Nato Jorge Mario Bergoglio, era stato eletto al soglio pontificio il 13 marzo del 2013, diventando a 76 anni il primo Papa giunto dalle Americhe. Nato a Buenos Aires in Argentina il 17 dicembre 1936, era figlio di emigranti piemontesi.

Negli ultimi mesi era stato affetto da gravi problemi polmonari, che avevano richiesto un lungo ricovero al Gemelli e poi l’inizio di un periodo di riabilitazione a Santa Marta. Proprio ieri, nel giorno di Pasqua, era tornato in San Pietro per una preghiera con i fedeli e un giro in Papamobile per la piazza. 

Questa mattina l’inattesa notizia che ha provocato immediatamente il profondo cordoglio dei fedeli di tutto il mondo. 

Il cordoglio

“La Toscana si unisce al cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, figura che ha segnato la storia con la sua voce di pace, giustizia e umanità. Una guida che resterà viva nei cuori di tutti noi. Riposa in pace Santo Padre”. Così il governatore della Toscana, Eugenio Giani, dopo l’annuncio della morte del Papa. 

“Con la scomparsa di Papa Francesco, perdiamo un padre vero, capace di parlare al cuore delle persone semplici, dei lavoratori, delle famiglie. È un dolore profondo per tutta la comunità delle Acli, che in lui ha sempre riconosciuto una guida spirituale e civile”. Lo afferma Elena Pampana, Presidente Acli Toscana, esprimendo a nome di tutta l’associazione il cordoglio per la morte del Santo Padre. ”Per noi toscani – prosegue Pampana – il legame con Papa Francesco è stato anche diretto: più volte ha scelto la nostra terra per portare un messaggio di speranza e di impegno concreto. Firenze, Prato, Loppiano: in ogni incontro ci ha lasciato parole che hanno tracciato una direzione chiara per chi crede in una fede incarnata nella vita quotidiana, nel lavoro, nella giustizia sociale”. 

“Il Papa non ha mai smesso di ricordarci che ‘il lavoro è sacro’, che ‘non c’è peggiore povertà di chi è privato della dignità del lavoro’ – aggiunge –. Ha dato voce agli invisibili, ai precari, ai giovani che non trovano un futuro. La sua attenzione costante al mondo del lavoro, alla dignità della persona, alla pace e alla cura del creato resteranno per noi una bussola etica e sociale”. “Oggi ci stringiamo alla Chiesa intera – conclude Pampana – e lo facciamo con gratitudine. Il suo insegnamento continuerà a ispirare il nostro impegno, nel segno di una fede che si fa azione, accoglienza, coraggio”. 

“Con grande dolore, abbiamo appreso della morte di Papa Francesco, un pontefice che ci ha insegnato tanto – dicono la presidente Grazia Bellini e la Fondazione Ernesto Balducci – È stato la nostra guida nella fede e nella carità. In questo momento di lutto, ci sentiamo spogli di una paternità importante, accogliente, rassicurante. Ci lascia affidandoci, come fosse una bussola sulla nostra strada, la cura della vita di ognuno e di tutti. Nel suo ricordo, ci sentiamo più responsabili di aver cura della comunità. È morto nella festività più importante della nostra fede, ossia nella Pasqua, quando la vita ricomincia. Ma anche nell’ultimo momento della sua vita terrena, ha posto prima di tutto Gesù, andandosene all’indomani della celebrazione della Resurrezione di Cristo, quasi a non voler essere protagonista, ma mettendo la luce di Dio davanti alla sua. Ci uniamo nella preghiera per Papa Francesco e della Chiesa tutta, in questo lutto collettivo”.
“Abbiamo appreso con dolore la morte del pontefice Papa Francesco – dicono dalla Fondazione Giovanni Paolo II – all’indomani della Pasqua che ha voluto con – ora lo sappiamo davvero – tutte le sue forze celebrare in mezzo alla comunità. Ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari del 2014, Jorge Mario Bergoglio definì la solidarietà così: “È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi”. È quanto ci sforziamo di fare anche tutti noi, ognuno nel proprio ruolo, della Fondazione Giovanni Paolo II. È quanto ogni giorno fanno i cooperanti tra le comunità dove siamo presenti, è quanto facciamo in Italia ogni giorno nell’accoglienza. Lottare contro le cause strutturali delle disuguaglianze: è la nostra missione, insegnataci anche da San Giovanni Paolo II e che muove ogni nostra giornata e ogni nostro impegno. Nell’ultimo discorso per la Pasqua che abbiamo celebrato solo ieri, Papa Francesco ha invitato alla preghiera per le comunità cristiane del Medio Oriente e delle popolazioni martoriate della guerra, chiedendo riconciliazione e pace, speranza e conforto alle popolazioni vittime di violenze e conflitti nonché l’abbattimento di divisioni politiche ed economiche. Ci ha spronato “a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana”. “In questo Lunedì dell’Angelo così doloroso per la Chiesa tutta – conclude la nota – la Fondazione Giovanni Paolo II si unisce nell’ultima preghiera pubblica di Papa Francesco e preghiamo con lui e per lui”.
“Con dolore apprendiamo la notizia della morte del Santo Padre. Testimone di fede fino all’ultimo giorno, un faro per l’intera umanità nei momenti più bui come la pandemia, un esempio di impegno costante rivolto ai più bisognosi e alla pace. È un giorno di dolore e preghiera per tutti noi”. Lo scrive in una nota il gruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio regionale toscano.

“Con Papa Francesco si spegne una voce che, per il mondo della cooperazione, ha rappresentato in questi anni una guida autentica, capace di illuminare con forza e coerenza la strada dell’economia civile e del bene comune. Le sue parole sono state per noi un continuo stimolo a mettere le persone al centro, a partire da quelle più fragili e dimenticate”. Così Alberto Grilli, presidente di Confcooperative Toscana, esprime il cordoglio e la vicinanza della comunità cooperativa toscana per le condizioni di salute di Papa Francesco, sottolineando l’impronta profonda lasciata dal Pontefice sul mondo della cooperazione.

“Papa Francesco ha saputo parlare a tutti – prosegue Grilli – ma in modo particolare a chi, come noi, crede nella forza della solidarietà organizzata, nella responsabilità condivisa, nel lavoro come strumento di dignità. La sua attenzione costante verso le periferie esistenziali e il suo appello a costruire ponti anziché muri sono stati, e continueranno a essere, pilastri della nostra azione quotidiana”. In Toscana, dove la cooperazione rappresenta un modello radicato e diffuso, il messaggio del Papa ha trovato ascolto e concretezza: “Le nostre cooperative hanno tradotto nel fare quotidiano quelle parole che ci ha affidato – conclude Grilli – e che continueremo a custodire come un’eredità preziosa. In questo momento di preghiera e riflessione, rinnoviamo il nostro impegno a portare avanti una visione evangelica di giustizia, inclusione e sviluppo umano integrale”.

REDAZIONE

© Riproduzione riservata

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