(Adnkronos) –
A Roma si riaccende la macchina della diplomazia, ancora una volta sotto il segno del Papa. Se lo scorso mese i funerali di Francesco avevano fatto da sfondo a un incontro storico tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro, è ora la cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV a offrire un nuovo slancio a vertici e bilaterali di rilievo internazionale. Questa volta, però, con la regia di Giorgia Meloni. La premier italiana porta a casa un risultato di peso, riuscendo a far sedere attorno allo stesso tavolo il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi va così in scena un trilaterale che dà forma concreta a quell’incontro tra Stati Uniti e Unione europea tanto auspicato da Meloni, da mesi impegnata a tessere un dialogo tra le due sponde dell’Atlantico. Obiettivo: allentare le tensioni su dazi e politiche commerciali, inasprite dalle misure protezionistiche adottate dal tycoon. “Quando un mese fa sono stata ospite del presidente Trump a Washington avevo proposto un incontro tra Unione europea e Stati Uniti, sono molto orgogliosa di avere l’occasione oggi di ospitare due dei leader di Usa e Ue per iniziare un dialogo”, dichiara Meloni aprendo l’incontro. Nella sede del governo non c’è Trump, ma il suo numero due. Eppure, come fanno notare fonti vicine al dossier, poco importa: il trilaterale rappresenta un importante risultato diplomatico per la premier italiana (“il nostro lo abbiamo fatto, ora tocca a loro”, ossia a Vance e Ursula). Le dichiarazioni di benvenuto davanti alla stampa si svolgono nel cosiddetto salotto giallo, al primo piano di Palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio riceve capi di Stato e delegazioni. I tre leader sono seduti attorno a un tavolo bianco, alle cui spalle campeggiano le bandiere italiana, americana ed europea: una scenografia simbolica che rappresenta il ruolo di ponte che l’Italia tenta di giocare sullo scacchiere internazionale. Meloni, non a caso, insiste sul valore strategico del dialogo transatlantico: “Noi sappiamo che ci sono molte questioni da discutere, sappiamo anche che ci sono dei problemi che vanno superati, sappiamo soprattutto quanto le nostre relazioni, le relazioni tra Europa e Stati Uniti siano fondamentali nell’ambito di un Occidente che vuole mantenere la sua unità, la sua forza, che deve essere ancora in grado di disegnare la rotta”.
Tra i temi sul tavolo, in primo piano i dazi: “Sappiamo quanto siano importanti le nostre relazioni commerciali e siamo qui ovviamente per discutere di tutto questo. Io spero che la giornata di oggi possa essere un primo incontro e un nuovo inizio”, afferma la premier. E ancora: “Per la materia commerciale voi sapete che la competenza in Europa è della Commissione, quindi il ruolo dell’Italia è soprattutto un ruolo legato alla necessità, alla voglia, di favorire il dialogo”. Le relazioni economiche tra Usa e Ue “valgono il 30% dell’intercambio mondiale”, ricorda Meloni, rivendicando il ruolo dell’Italia come facilitatore di un dialogo “franco e aperto”. Per quanto riguarda la crisi ucraina, ieri, a quanto apprende l’Adnkronos, Meloni ha avuto anche un colloquio telefonico con Donald Trump, anche in vista dell’annunciata telefonata tra il presidente Usa ed il leader russo Vladimir Putin. Anche il vicepresidente americano J.D. Vance, accompagnato dal segretario di Stato Marco Rubio, evidenzia la portata dell’incontro, ringraziando l’Italia per l’accoglienza: “Una delle cose che Giorgia Meloni si è offerta di fare, e il presidente Trump ed io siamo felici di accettare, è quella di costruire ponti tra Usa e Europa”. Il vice di Trump ribadisce poi il valore dell’alleanza euroamericana, pur riconoscendo le divergenze: “Ho detto più volte che penso che l’Europa è un importante alleato degli Stati Uniti, i singoli Stati europei sono importanti alleati degli Stati Uniti, ovviamente abbiamo alcuni disaccordi come succede tra amici”. Tra i temi divisivi cita il commercio, ma sottolinea anche che ci sono “molte cose su cui andiamo d’accordo e molte cose su cui possiamo lavorare insieme”. Infine, Vance esprime ottimismo: “Penso che avremo un grande colloquio e spero che sarà l’inizio di un negoziato commerciale a lungo termine”. Dal canto suo, von der Leyen rimarca l’importanza di “raggiungere un buon accordo per entrambe le parti” sul fronte commerciale, in particolare sui dazi. E spiega che i tecnici statunitensi e quelli della Commissione europea sono attivamente impegnati nell’analisi dei documenti, ricordando che “il diavolo si nasconde nei dettagli”, a conferma della complessità del negoziato in corso. Sul dossier ucraino, la presidente della Commissione ribadisce “il desiderio di una pace giusta e duratura”, un obiettivo condiviso dai protagonisti del trilaterale. Rivolgendosi direttamente al vicepresidente americano, aggiunge: “So quanto lei sia impegnato a porre fine a questa guerra e la ringrazio per questo. Quindi, ciò che è importante ora è certamente che si continui a insistere, che le cose si stiano muovendo in avanti. Credo che la prossima settimana sarà cruciale a questo proposito”. Lo stesso Vance ha incontrato Zelensky a Villa Taverna, subito dopo la cerimonia di inizio pontificato di Papa Leone XIV. Non manca, infine, un riferimento esplicito al tema della difesa, altra questione spinosa sul tappeto delle relazioni tra Usa e Ue. Von der Leyen riconosce: “So che gli Stati membri europei devono aumentare gli investimenti nella difesa”. E dunque rivendica come la Ue abbia consentito “l’utilizzo di fino a 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per gli investimenti nella difesa”, aggiungendo: “Sappiamo cosa significhi un’Europa forte, e anche una Nato forte. Quindi, faremo certamente il punto della situazione al vertice Nato” in programma a L’Aia il mese prossimo. Al termine del colloquio, durato circa un’ora, Meloni affida a X il suo commento, manifestando piena soddisfazione. La premier parla di un “confronto costruttivo”, dicendosi “orgogliosa di questo passo in avanti per l’unità dell’Occidente”. L’organizzazione del tavolo tra Stati Uniti e Unione europea contribuisce, almeno per un giorno, a relegare sullo sfondo le polemiche interne esplose dopo l’assenza della premier al summit dei “volenterosi” tenutosi venerdì scorso a Tirana, cui hanno preso parte anche Volodymyr Zelensky e Donald Trump (collegato da remoto). Un’assenza che ha alimentato nuove tensioni tra Roma e Parigi, dopo le parole taglienti del presidente francese Emmanuel Macron, che aveva definito “fake news” le dichiarazioni di Meloni sull’ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina. In casa Fratelli d’Italia, l’incontro viene salutato come un “successo diplomatico straordinario” per la leader di via della Scrofa. Qualcuno arriva a evocare la “Pratica di Mare” di Meloni, ma per il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli si tratta di “qualcosa di più”: nel vertice del 2002, dice all’Adnkronos l’esponente di Fratelli d’Italia, “Berlusconi suggellava un trionfo, con l’ex nemico, la Russia, che diventa ‘partner’ dell’Occidente. Oggi Meloni evita la rottura disastrosa tra alleati di lunga data”. Nell’incontro trilaterale “i leader hanno avuto discussioni costruttive su molte questioni”, si legge in una nota della Casa Bianca che sottolinea che tra le questioni affrontate vi è “l’obiettivo del presidente Trump di ribilanciare il commercio, il miglioramento della sicurezza della catene di approvvigionamento, l’aumento della cooperazione in materia di difesa, l’affrontare le comuni sfide dell’immigrazione e il mettere fine alla carneficina in Ucraina”. (di Antonio Atte) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Usa-Ue, Meloni porta Vance e von der Leyen al tavolo: “Passo avanti per unità Occidente”
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