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I funerali di Alvaro Vitali oggi a Roma, l’ultimo saluto di Stefania Corona

(Adnkronos) – Si sono svolti oggi, giovedì 26 giugno, i funerali di Alvaro Vitali, scomparso all’età di 75 anni per una broncopolmonite recidiva. La cerimonia si è tenuta nella Chiesa di San Pancrazio a Roma, dove i familiari, gli amici e colleghi di teatro si sono riuniti per dare un ultimo saluto all’indimenticabile attore, uno dei volti più amati della commedia italiana. Tra i presenti, anche Carlo Verdone e la compagna di Alvaro Vitali, Stefania Corona.  “Mi ha dato la sua amicizia, la sua professionalità anche se era in condizioni fisiche precarie”, così Carlo Verdone ha voluto ricordare ‘Pierino’. E sulla polemica della poca importanza che il mondo del cinema ha dato alla sua scomparsa, il regista ha detto: “Il cinema è così, arriva per tutti il momento del tramonto. L’importante è lasciare il segno e lui era davvero un gran signore”.  Stefania Corona, con la voce spezzata dall’emozione, ha replicato alle parole del sacerdote che durante l’omelia ha detto che ad Alvaro “in vita è mancato il rispetto”. “Lui era una persona forte. Faceva così con le spalle… però poi soffriva dentro. Su alcune persone ha sofferto molto. Non voglio aggiungere polemiche”, le parole prima dell’ultimo saluto. 
Alvaro Vitali era stato ricoverato recentemente per una broncopolmonite recidiva. Lo aveva raccontato, poche ore prima della sua morte, la moglie Stefania Corona ospite a La volta buona, confessando di essersi innamorata di un altro uomo. L’attore aveva rivelato in tv di soffrire molto per la fine del matrimonio, durato 27 anni. 
Alvaro è rimasto nel cuore anche di chi ha avuto la fortunata di conoscerlo lontano dai riflettori. “La prima volta che ho incontrato Alvaro Vitali abbiamo litigato. È venuto qui al bar e c’è stata un’incomprensione in cassa, lui si era un po’ alterato, io mi sono alterato, ma poi ci siamo messi a ridere. Alla fine, con lui non potevi rimanere serio troppo a lungo”. Così all’Adnkronos Maurizio Pontillo, titolare del Bar Cristal, ha ricordato Alvaro Vitali. L’attore comico era un fedele cliente del suo locale di Casal Palocco, zona di Roma dove si era trasferito da molti anni. “Ci conoscevamo da più di 10 anni ormai, sin da quando è venuto ad abitare a via Pelopida, molto vicino al nostro locale. Il bar è stato la location di parecchi suoi servizi fotografici per le riviste, e utilizzava spesso l’esterno per le interviste con Stefania, l’ex moglie. Era veramente una persona a modo, ci divertivamo tanto insieme”, ricorda Maurizio. “Molto spesso gli raccontavo dei suoi film che avevo visto da bambino e lui mi recitava le vecchie battute”. Maurizio racconta che erano “diventati amici, ma sempre con rispetto. Io gli davo del lei, anche se scherzavamo tranquillamente. Mi è rimasto impresso la prima volta in cui mi chiese se potessi prestargli il bar perché doveva fare un servizio fotografico. È stato molto carino, ha scattato insieme ai ragazzi che lavorano qui vestito da banchista, poi dal suo personaggio classico, il ‘Pierino’ della situazione”. Vitali non è stato solo un attore comico: è stato il simbolo di un’epoca di cinema scollacciato e spensierato, quella commedia venata di leggero erotismo, tra infermiere, dottoresse e professoresse discinte, che dominava le sale degli anni ’70 e che, con le sue risate maliziose e situazioni sopra le righe, rifletteva un’Italia in trasformazione. La sua carriera fu fortemente legata a quel genere ‘boccaccesco’, popolarissimo e amato dal grande pubblico, grazie a film diretti da registi come Nando Cicero, Mariano Laurenti, Sergio Martino e Michele Massimo Tarantini. Film come “La dottoressa del distretto militare” (1976), “L’insegnante va in collegio” (1978), “La liceale seduce i professori” (1979) e “La poliziotta della squadra del buon costume” (1979) non solo lanciarono star come Edwige Fenech, ma consacrarono Vitali a vero e proprio fenomeno di costume. Il suo Pierino, con quella risata inconfondibile e le marachelle da eternamente bambino, è entrato nel cuore di milioni di spettatori, diventando un personaggio che ancora oggi è sinonimo di comicità popolare. Nonostante la sua statura modesta (1,56 metri), la presenza scenica di Alvaro Vitali era decisa. Ha affiancato attori protagonisti come Lino Banfi, Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Gloria Guida e Nadia Cassini, per poi passare a ruoli di prima fila interpretando il personaggio di Pierino, eroe popolare delle barzellette, con “Pierino contro tutti” (1981) e “Pierino colpisce ancora” (1982), entrambi diretti da Marino Girolami, e in “Pierino medico della S.A.U.B.” (1981) di Giuliano Carnimeo, per poi riprendere il suo personaggio in “Pierino torna a scuola” (1990) di Mariano Laurenti. Nel mezzo seguirono film legati a Pierino, dove Vitali proponeva personaggi similari, con titoli come “Gian Burrasca”, “Giggi il bullo” e “Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento”. La sua energia, la mimica espressiva e il talento comico lo portarono a lavorare con registi di altissimo livello, da Federico Fellini – che lo scelse per piccoli ruoli in “Amarcord”, “Roma”, “I clowns” – fino a Roman Polanski (un cameo in “Che?” del 1972), Mario Monicelli (Romanzo popolare”) e Dino Risi (“Profumo di donna”). Ma fu proprio nel filone della commedia sexy che trovò la sua vera consacrazione e il favore del pubblico. Nel corso della sua carriera ha recitato in 89 film e il primo fu “Fellini Satyricon” (1969), dove apparve fugacemente in un piccolissimo ruolo nemmeno accreditato nei titoli. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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