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Gp Monza, dentro l’hotel dei piloti: “Dalle spese pazze dei boss alla scaramanzia, 60 anni di Formula 1”

(Adnkronos) – La navetta incrocia la folla curiosa nel bel mezzo del tragitto. Nei giorni del Gran Premio d’Italia, Monza è piena zeppa tifosi. E per tanti, la tappa fissa prima di raggiungere l’Autodromo è l’Hotel de la Ville, a due passi dal centro storico della città. Il motivo? Semplice. Da oltre sessant’anni è la casa dei piloti della Formula 1. Gli appassionati lo sanno e farci un salto, magari nelle prime ore del mattino, è un’idea da non sottovalutare. Perché potrebbe trasformarsi nell’occasione irripetibile di incontrare i propri beniamini. “Siamo qui dalle 6 di stamattina” raccontano con entusiasmo alcuni ragazzi appostati dietro ai cancelli. Sono sostenitori della Ferrari e le magliette rosse con il numero 16 fanno la spia dell’obiettivo. “Aspettiamo l’uscita di Charles Leclerc, magari per un selfie. Sarebbe un sogno”. Da George Russell, atteso dai supporter della Mercedes, all’ex ferrarista Carlos Sainz, oggi alla Williams, l’attesa è spasmodica. “Prima o poi passeranno – dicono due fidanzati, entrambi con cappellino griffato McLaren -. E se saranno di buonumore, magari ci faranno anche un autografo. Noi vogliamo dare il cinque a Lando Norris”.   Da oltre 60 anni, l’hotel è gestito dalla famiglia Nardi. E proprio negli anni Sessanta del secolo scorso, iniziò a diventare la casa dei piloti di Formula 1 nei giorni del Gran Premio d’Italia. “Per noi è l’evento dell’anno” racconta all’Adnkronos Francesco, il titolare. “In questi 5 giorni, dal mercoledì alla domenica, la città si accende”. A iniziare fu Bartolomeo, suo nonno: “Grazie al suo lavoro, la struttura si è trasformata da un semplice albergo di provincia alla prima casa di lusso fuori Milano”. Il lavoro con il circuito cominciò subito: “Allora si prendeva la scuderia – spiega Francesco -. Dai meccanici ai piloti, tutta la squadra dormiva qui. E quando capitava di accogliere due team rivali, venivano fuori pure episodi divertenti”. Come meccanici che di notte si improvvisavano cantanti, per disturbare gli avversari in vista del giorno dopo. “Era un’altra Formula 1. Una situazione diversa rispetto a oggi, dove abbiamo tante richieste e in media mettiamo a disposizione 7-8 camere per scuderia”. A un certo punto, il racconto viene interrotto dal signor Luigi Nardi, il padre del 35enne Francesco. Ha 78 anni e in hotel, nei giorni del Gran Premio di Monza, ne ha viste di tutti i colori: “Iniziammo nel periodo d’oro della Lotus, con Colin Chapman e Jim Clark. Al termine del weekend, gli addetti ai lavori ogni tanto bevevano qualche bicchiere in più – ricorda con un sorriso –. Un anno, la domenica sera alzarono un po’ il gomito e successe che alla fine, chiuso il ristorante, un famoso giornalista inglese rimase appisolato sotto a un tavolo. Lo ritrovammo il lunedì mattina, era abbastanza riposato”.  Il viaggio continua con le parole di Francesco: “Tanti tifosi della Ferrari vengono qui soprattutto perché Monza è casa e sognano di incontrare i loro idoli. Ricordo che Michael Schumacher, per evitare la folla, si alzava presto, infilava il casco integrale e poi saliva su un ‘Ciao’ per raggiungere l’Autodromo”. Fotografia di una Formula 1 d’altri tempi. “E poi Massa, un signore. Felipe veniva con tutta la sua famiglia dal Brasile e organizzava grandi tavolate. Viveva Monza come una festa, si godeva ogni momento”.  Dalla richiesta più strana al cliente più spendaccione, gli aneddoti si perdono: “Una volta, prima di ripartire, un pilota ci chiamò per farsi portare un piatto di penne all’arrabbiata a Linate, prima del suo volo. Chi è? Il nome non posso rivelarlo, perché corre ancora oggi” sghignazza Francesco. Sulle spese pazze interviene il signor Luigi: “Vijay Mallya, ex patron della Force India, non si faceva problemi per nulla. Ogni giorno apriva bottiglie costosissime, come se niente fosse. I suoi conti erano sempre i più importanti”. L’Hotel de la Ville oggi è tappezzato di foto che, tra camere e corridoi, ripercorrono la storia mitica della corsa. Tutto frutto di una solida collaborazione con l’Autodromo, che nel 2022 ha festeggiato il secolo di storia. “I piloti e i team si sentono coccolati. E ce lo confermano bloccando le stanze per l’anno successivo già alla fine del Gran Premio, la domenica sera, quando ci sarebbe altro a cui pensare. Alcuni, addirittura, ci chiedono la stessa camera per questioni di scaramanzia”. Quest’anno, la famiglia Nardi ha intensificato ancor di più il legame con il Circus, grazie a una lista di cocktail creata dal bartender Roberto Rosato. Dal cocktail ‘Silverstone’ a ‘Brasile’, fino a ‘Monza’, ovviamente. Un drink che con ogni probabilità sarà scelto dal vincitore per festeggiare il successo di domenica. (di Michele Antonelli) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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